venerdì 6 gennaio 2012

Un Gogol' tirato per la Mantella

Monumento di Nikolaj Tomskij, 1952
In un Paese come la Russia e una città come Mosca, dove ogni angolo celebra abbondandemente ogni genere di gloria nazionale (e non solo), con particolare attenzione per le Patrie Lettere, non dovrà stupire di trovare più di un monumento dedicato allo stesso scrittore. Ai monumenti inaugurati durante la monarchia, generalmente (una delle maggiori eccezioni è il monumento al padre della letteratura russa, Puškin, che subì solo qualche lieve spostamento lungo il Tverskoj Bul'var), seguì il corrispettivo sovietico, come per Dostoevskij e Tolstoj, tra gli altri. La ragione era politica, essenzialmente, o meramente "logistica" (ad esempio, allo scopo adornare le spianate create dalla demolizione di vecchi palazzi, chiese e monasteri).

Il monumento a Gogol' che si può vedere qua a lato, inaugurato nel 1952 da parte del Governo Sovietico, sembra rispecchiare anche il dibattito letterario che in epoca sovietica si agitava attorno alle opere del grande scrittore. La sua posa è ferma e decisa, il suo volto lievemente ironico. Dovrebbe essere questo, nell'idea del suo ideatore, il Gogol' dei racconti grotteschi, de L'ispettore Generale, de Il naso e La mantella, non a caso individuati dalla critica di stampo marxista come esempi della oppressione della burocrazia zarista e come esempi di una letteratura attenta al sociale, con particolare attenzione agli umili.

Monumento di Nikolaj Andreev, 1909
E allora è semplice capire perchè il vecchio monumento allo scrittore, inaugurato nel 1909 e collocato originariamente dove ora troneggia quello nuovo (il Gogol'evskij Bul'var), fu giudicato anacronistico e poco in sintonia con l'ideologia sovietica. Dopo la rimozione rimase "parcheggiato" per più di quarant'anni all'interno del Monastero Donskoj (dove "riposano" pure i bassorilievi originali della demolita chiesa del Cristo Salvatore) e raffigura uno scrittore seduto, sofferente, con il capo chino, che sembra riflettere e scontare tutto il peso della vita, che sembra essere cosciente di una grande illusione.

Il basamento è ornato con dei bassorilievi che raffigurano i personaggi delle sue opere. Ora è stato collocato non lontano dal nuovo monumento, nel cortile adiacente ad una delle case di Aleksej Tolstoj, dove Gogol' visse gli ultimi anni della sua vita. Vi sono conservati alcuni suoi cimeli, come lo scrittoio a cui aveva lavorato, e il camino dove aveva tentato di bruciare la seconda parte de Le anime morte. Tat'jana Pigarёva, autrice del libro Mosca. Autobiografia di una città, dal quale ho tratto spunto per questo post, riporta un aneddoto a proposito dell'avvicendamento tra le due statue: «Quando vedevi il vecchio Gogol' era evidente che era lui ad aver scritto le Anime morte» - sospirava un noto attore passeggiando per il viale - «Questo Gogol' non lo ha nemmeno letto!», sentenziò un amico che lo accompagnava (1).

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(1) Tat'jana Pigarёva, Mosca. Autobiografia di una città, 2001. Terza edizione italiania (2010), pag 154, Fbe Edizioni, 2006.

2 commenti:

  1. Come sempre è un piacere leggere qualcosa su Mosca scritto da te o sentirtene parlare: sembra di camminare realmente attraverso i suoi lunghi viali e di ammirare le sue piazze e i suoi monumenti (come in questo caso).
    Complimenti!

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