Questa è una foto della tomba del grande violoncellista azero/russo Mstislav Rostropovič, artista incommensurabile, esecutore celeberrimo, direttore d'orchestra, didatta, ambasciatore dell'Unesco, uomo dalla grande passione civile: destino ha voluto che la sua salma fosse tumulata, nel 2007, nel famoso cimitero Novodevič'e di Mosca, a pochi metri di distanza da quella di Boris El'cin, uomo con cui il musicista aveva condiviso la resistenza e la difesa della Casa Bianca nel 1991, attuale sede della Presidenza della Federazione Russa, durante il famoso putsch di Agosto. Allora la Casa Bianca (così detta dal suo colore) era la sede del praesidium del Parlamento dei Soviet, organo dell'agonizzante URSS, e El'cin ne era il Presidente. Fra il 21 e il 23 Agosto il cd. Gruppo degli 8 (composto da esponenti del Kgb e del Pcus, comunisti dell'ala ultraconservatrice) organizzò un colpo di Stato per rovesciare Gorbačёv, ma El'cin si schierò a difesa delle Istituzioni e, indirettamente, dalla parte del processo di cambiamento - la perestrojka - iniziato da Gorbačёv. Cambiamento poi portato alle estreme conseguenze, persino contro le intenzioni dell'ultimo segretario del Pcus, dallo stesso El'cin, con l'attacco armato alla Casa Bianca e ai conservatori del Parlamento del 1993.
J. Feklistov, Mosca, 21 Agosto. Casa Bianca. Fonte |
A difesa delle Istituzioni dunque, a fianco del Presidente del Parlamento, si radunarono numerose personalità, fra cui alcuni intellettuali come Rostropovič e il politologo Anatolij Cjuganov, il quale dichiarò che l'arrivo del celebre musicista, la notte tra il 20 e il 21 Agosto, "alzò il morale dei dimostranti sia nelle barricate, sia all'interno della Casa Bianca", rifiutando di fuggire durante l'attacco armato dei golpisti. Questa a sinistra, assieme alla foto di El'cin dopo il fallimento del golpe, è la foto simbolo della difesa della Casa Bianca: in essa Rostropovič tiene un mitra con la mano sinistra, quasi fosse il manico del suo Stradivari, e con la destra cinge la spalla di un ragazzo, addormentatosi sul suo petto. Non è l'immagine più conosciuta del musicista - la più famosa è quella che lo ritrae mentre suona in mezzo alle macerie dell'abbattuto Muro di Berlino - ma di certo quella che meglio esprime la passione civile di un uomo che, senza temerne mai le conseguenze, ha consacrato la vita alla musica e all'arte, senza dimenticare mai che esse sono le vie per rendere l'umanità libera.
Un ringraziamento particolare alla dott. Claudia Olivieri, che per prima mi mostrò questa foto durante le bellissime lezioni di Letteratura Russa del Novecento.
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