domenica 3 marzo 2013

The death of Chatterton



Questo dipinto di Henry Wallis, The Death of Chatterton (1856), conservato al Birmingham Museum and Art Gallery, consacra il mito di Thomas Chatterton (1752 - 1770) come eroe romantico che, nella morte, si fonde perfettamente con la sua arte divenendo esso stesso arte. Curiosa la storia della sua vita: figlio di un intellettuale, curiosissimo e precoce appassionato cultore del medioevo (secondo il gusto dell'epoca, che sfociò nel tardo settecentesco folk revival di operazioni come i celebri Canti di Ossian di McPherson), raccolse a 17 anni i Poems supposed to have been written at Bristol, by Thomas Rowley and others, in the Fifteenth Century. Naturalmente la poesia di questi canti è di sua pura invenzione, doverosamente "medievalizzata" per sostenerne la finzione. Il misterioso monaco Thomas Rowley, o il presunto ritrovamento nella chiesa di St. Mary, naturalmente, erano falsi: scoperto, incapace di sostenere il fallimento, a detta di Franco Buffoni (Storia della letteratura inglese, a cura di Paolo Bertinetti), della sua spregiudicata operazione letteraria, per di più in precarie condizioni finanziarie, si suicida sorbendo dell'arsenico, prima di compiere diciotto anni. 

All'epoca la sua morte passò praticamente inosservata, sebbene fosse stato ben presto apprezzato il suo genio e definita, a dispetto della giovane età, "molto matura" la sua ispirazione. Qualche decennio più tardi, in pieno Romanticismo, fu riscoperta ed esaltata la sua figura. Lo ricordano nelle loro opere, con dediche e liriche dedicate, William Wordsworth, Samuel Coleridge, Percy Shelley, John Keats, e molti altri.

3 commenti:

  1. Mi piace molto il dipinto di Henry Wallis, ha una luce ed una minuziosità nei particolari che trovo fantastici!

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    1. Ciao Davide! devo dire che c'è un sacco di pittura inglese dell'ottocento che mi piace molto, soprattutto quella che tratta tematiche ricavate dal mito o dalla poesia: vedere, ad esempio,John William Waterhouse.

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  2. Hai ragione, questa cmq mi ricorda molto la luce che utilizzava Vermeer

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