mercoledì 27 ottobre 2010

Hairshirt


In questa puntata di psongology (ovvero: crimini contro le canzoni, dal ventriloquismo all’appropriazione indebita) faremo a pezzi un brano dei R.E.M. Sfortunatamente, non conosco altro modo di far parlare le canzoni se non usandole e riusandole a mio piacimento col risultato che, spesso, emerge ben altro rispetto a quello che esse, docili, vogliono dire, rispetto a quello che gli autori hanno cercato di esprimere. Su di loro, senza volerlo, si proiettano desideri, stati d’animo, sensazioni, e di colpo diventano più che canzoni, più che musica, diventano specchi, contenitori vuoti da riempire. Non sempre tutta la colpa è del sottoscritto, a volte sono le canzoni stesse a prestarsi a molteplici interpretazioni, a volte sono difficili o ambigue, a volte sono volutamente inafferrabili (e ciò le rende più affascinanti ma più "manipolabili"), a volte rimandano ad altre canzoni e moltiplicano così il gioco e il divertimento…

R.E.M. - Hairshirt

So alone so alone in my life
Feed me banks of light
And hang your hairshirt on the lowest rung
It's a beautiful life
And I can hang my hairshirt
Away up high in the attic of the wrong dog's life chest
Or bury it at sea
All my life I've searched for this

Here I am here I am in your life
It's a beautiful life
My life
It's a beautiful life
Your life

Così solo, così solo nella mia vita
Nutriscimi con banchi di luce
E appendi your hairshirt sul chiodo più basso
E' una vita bellissima
E posso riporre my hairshirt
Su nella soffitta del baule della vita del cane sbagliato
O sprofondarlo nel mare
Tutta la vita l'ho cercato

Eccomi eccomi nella tua vita
E' una vita bellissima
La mia vita
E' una vita bellissima
La tua vita

traduzione di gianluca

"Hairshirt", letteralmente, maglia di peli, di pelame... fa riferimento al cilicio, sorta di indumento usato come simbolo di espiazione e di penitenza, quindi un simbolo che indica un senso di colpa, un debito, un legame...

Rinunciare al proprio senso di colpa, al proprio cilicio, e librarsi, finalmente, gettare le zavorre, sollevare la propria mongolfiera. E afferrare, affermare che questa vita è bella, tutto sommato, bella nonostante tutto, contro tutto. Liberarsi da questo marchio e amare, amare la vita degli altri assieme alla nostra. Nutrendoci di banchi di luce.

Your life
It's beautiful life

2 commenti:

  1. Concordo con te Sebi. Su qualsiasi brano musicale ognuno di noi proietta i propri stati d’animo, le proprie emozioni ed, in ultima istanza, se stesso. Sarà pure un’operazione indebita, tuttavia rimane inevitabile.
    Ultimamente mi sono trovata più volte a pensare al valore delle cose. Ho tentato di compiere una dissezione più o meno sistematica della mia vita, al fine di metterne sulla bilancia le componenti e valutare a quale di queste dare più importanza e dedicare il mio tempo.
    Perché il mio principale senso di colpa deriva proprio dalla “perdita” di tempo. Cerco di perderne il meno possibile, di impiegare ogni istante per produrre qualcosa di apparentemente utile per il mio domani.
    E l’oggi? L’oggi può essere sacrificato in favore del domani, mi sono più volte detta. Di quel domani che costituirà l’intero, la perfezione alla quale si può giungere solo unendo per bene tutti i tasselli.
    La dissezione non è un buon metodo per tentare un giudizio sulla propria esistenza. Lo so.
    Tuttavia, mi ha consentito di mettere in dubbio quella convinzione per cui “l’oggi vale meno del domani”.
    Ecco cosa significa per me “rinunciare al mio cilicio”. Significa godere dell’oggi.

    “E’ sui fianchi delle montagne, non sulla cima, che si sviluppa la vita.” (Robert M. Pirsig, "Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta", 1974).

    P.s. Sebi, come vedi, ho mantenuto la promessa. Un abbraccio!

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  2. Cara Laura, che piacere leggerti fra queste pagine, non dubitavo della tua promessa, grazie infinite per la visita e per aver condiviso queste riflessioni!

    Mi trovo molto in sintonia con loro, fors'anche perchè l'"intero", la "perfezione" di cui hai parlato sono spinte sempre più lontano dalla precarietà civile e emotiva in cui siamo immersi. Per cui strappiamo tutto il meglio che possiamo ai nostri giorni, giorno per giorno. Alla prossima "dissezione" potremo trovare anche qualche bella sorpresa.

    A presto, buon viaggio :-)
    r.g.

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