A studiare? Ah... Che la Regina del Cielo ti aiuti! Un cervello è una buona cosa, ma due sono anche meglio. A uno il Signore dà un cervello solo, a un altro due e a qualcuno tre [...] Un cervello ce lo dà la madre, quando ci mette al mondo, il secondo ci viene dato dallo studio, ma il terzo ci viene da una vita giusta. Così, vedi, è bene se un uomo ha tre cervelli. è più facile per lui vivere, ma anche morire.
(Anton P. Čechov, La steppa, traduzione di Giacoma Strano, da La steppa, ovvero l’enciclopedia čechoviana in “Le forme e la storia”, n.1-2, 2008; n.s. “Forme e storia”. Studi in ricordo di G. Compagnino, a cura di A. Manganaro, ed. Rubbettino)
Apollinarij Vasnecov, Orengburskie stepi, 1893 |
È un racconto privo di una vero intreccio, privo di veri e propri avvenimenti: si tratta del viaggio-iniziazione del piccolo Egoruška, protagonista e punto di vista sulla storia, verso la città che lo ospiterà per il periodo dei suoi studi. Durante il viaggio, simbolo del distacco dalla famiglia e dalla vecchia vita, lo accompagneranno prima lo zio e un vecchio pop, poi una convoglio di carrettieri. Tutto intorno la steppa, personaggio che parla attraverso i fenomeni della natura, la vita degli animali, delle piante. Nel brano citato a parlare invece è il vecchio Pantelej, uno dei carrettieri, che si informa sulla destinazione del ragazzo. Pantelej, che è uno starover', un seguace della vecchia fede (con riferimento alla religione delle sette scismatiche russe), si rivolge al ragazzo citando l'exemplum dei santi martiri (1).
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(1) Giacoma Strano, La steppa, ovvero l’enciclopedia čechoviana, cit., pag. 1172.
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