Un bell'articolo di Alessandro Baricco, in occasione dell'uscita in Italia di Principianti, racconta la storia editoriale di questo capolavoro di Raymond Carver e si sofferma sull'opera di revisione di Gordon Lish, l'editor che prese il manoscritto e lo trasformò nella famosa raccolta Di cosa parliamo quando parliamo d'amore. Questo libro, quindi, presenta al pubblico italiano la versione originale della raccolta dello scrittore americano prima della revisione. Baricco sostiene che Lish fu il vero artefice del successo e del lancio dello scrittore come caposcuola del minimalismo, e che la sua attività successiva di scrittore non potè più ignorare la strada che aveva tracciato per lui il geniale editor. Naturalmente Baricco sostiene tutto questo in maniera molto più articolata e rimando al suo articolo per ogni approfondimento; io mi limiterò a fare qualche osservazione su "questo" Carver.
Principianti siamo noi, sono -in qualche modo- tutti i personaggi di questo libro che si confrontano l'un l'altro senza mai capirsi appieno. Senza mai penetrare l'un l'altro. Sono personaggi che si portano qualcosa dentro, un peso, un passato da dimenticare e superare, un'angoscia di autocomprensione e un desiderio di compassione irrealizzati. Persone comuni di ogni classe sociale americana, dipinti nella vita e nei drammi di tutti i giorni con pochi, essenziali tratti abbacinanti dalla penna senza complicità di Carver. In queste vicende è soprattutto l'amore -e come potrebbe essere diversamente- il sentimento sviscerato e declinato, il motore delle azioni, il pretesto dei conflitti, la ragione finale di tutto; e lo scrittore se ne fa portavoce mettendo a nudo situazioni e personaggi, cogliendololi nel loro essere indifesi, incerti nei rapporti con gli altri e con se stessi. Anche perchè odio, gelosia, desiderio di elevazione, desiderio di possesso, cupio dissolvi sono altrettante facce della stessa medaglia, dello stesso sentimento. Un mondo di esistenze fragili che si incontrano e si scontrano e che imparano questa vita soffrendo, amando: e amando e soffrendo vivono. Allo scrittore interessano marginalmente intrecci e storie, tanto che a volte si ha l'impressione che esse restino irrealizzate, incompiute: sono frammenti di vita che non ambiscono a nessuna organicità, non ambiscono a ricostruire nessun senso se non quello che essi stessi intrinsecamente hanno, ovvero l'insopprimibile tensione verso l'altro, e la paura di esso.
Da questa raccolta (ma altre tre potete trovarle nel volume della collana "Racconti d'autore" de Il Sole 24 Ore) sono tratte alcune storie che compongono America oggi (Short cuts), film capolavoro di Robert Altman premiato con il Leone d'oro a Venezia. Il regista le lega in maniera originale l'una all'altra distaccandosi ma allo stesso tempo rimanendo fedele ai racconti di Carver.
Caro Sebi,
RispondiEliminaso che sei tornato in patria catanese...sto cominciando a rileggere il tuo blog, mi sono persa qualche post ma recupererò.
Ho aperto anche io su blogspot, spero di riuscire ad aggiornare il mio blog spesso. però sai com'è, è l'erasmus...tutto può succedere!
a presto
a.
Adriana, carissima! Ti sei persa ben poco, visto che mentre ero in Russia ho aggiunto un solo post ai vecchi, e cioè il mio doveroso saluto ad uno dei gruppi della mia vita, i R.E.M.
RispondiEliminaMandami il link del tuo nuovo spazietto su blogspot, sono già un tuo lettore! A presto, goditi il tuo tempo in terra straniera!