«Vietato parlare agli sconosciuti», questa la traduzione della frase posta sotto al bizzarro segnale stradale apparso in uno dei celeberrimi luoghi bulgakoviani, anzi il luogo per eccellenza: i Patriarščie prudy, ovvero gli Stagni del Patriarca (fonte). Questo piccolo fazzoletto verde di Mosca, il cui incanto e suggestione letteraria ho provato a descrivere qualche tempo fa, è il luogo in cui hanno inizio le vicende de Il Maestro e Margherita, capolavoro di Bulgakov e della letteratura mondiale. Dietro alla linea rossa di divieto le sagome dei celeberrimi «sconosciuti» del romanzo: il "professore tedesco", Voland, il suo smilzo aiutante, Korov'ev, e l'enorme gatto Begemot. Gli ignoti autori dell'insolito cartello stradale si sono ispirati al titolo del capitolo iniziale del libro, intitolato per l'appunto «Non parlate mai agli sconosciuti». Purtroppo (o per fortuna) a distanza di tanti anni si è perso il sottotesto di questa citazione, che si riferisce ai numerosi "inviti" (uno su tutti questo famoso manifesto staliniano che dice, laconicamente, "non parlare") del Regime a non rivelare a persone sconosciute (i "nemici", come durante gli anni della Grande Guerra Patriottica, oppure i "capitalisti") informazioni sul proprio Paese.
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