Vasilij Grigorevič Perov, Portret F. M. Dostoevskogo, 1872 - Mosca, Galleria Tret'jakov |
Questo ritratto di Vasilij Perov, forse il più celebre di Dostoevskij, fu commissionato dal mecenate moscovita Pavel Tret'jakov, ed è ora custodito nel Museo che porta il suo nome. Della sua realizzazione ha parlato la moglie di Dostoevskij nel suo libro di memorie; tuttavia traggo la citazione dalla splendida monografia di Leonid Grossman, perché la traduzione italiana delle memorie di Anna Dostoevskaja (Dostoevskij mio marito, Bompiani 1942) è inspiegabilmente privata di molte parti, compresa la seguente:
«Prima di incominciare il lavoro Perov venne a casa nostra ogni giorno per due settimane. Trovava Fëdor Michajlovič nei più svariati stati d'animo, s'intratteneva con lui in lunghe conversazioni, provocava le discussioni, e così aveva la possibilità di osservare quell'espressione caratteristica che Fëdor Michajlovič aveva quando era immerso nei suoi progetti artistici. Si può dire che Perov riuscì davvero a riprodurre Dostoevskij nel momento della sua creazione». (1)
Questa invece è tratta da un articolo del pittore Ivan Kramskoj, come Perov uno degli "ambulanti" (peredvižniki), amico sia di Tolstoj che di Dostoevskij, ed è citata nel saggio di Claudia Olivieri Dostoevskij: l'occhio e il segno.
«Prima di incominciare il lavoro Perov venne a casa nostra ogni giorno per due settimane. Trovava Fëdor Michajlovič nei più svariati stati d'animo, s'intratteneva con lui in lunghe conversazioni, provocava le discussioni, e così aveva la possibilità di osservare quell'espressione caratteristica che Fëdor Michajlovič aveva quando era immerso nei suoi progetti artistici. Si può dire che Perov riuscì davvero a riprodurre Dostoevskij nel momento della sua creazione». (1)
Questa invece è tratta da un articolo del pittore Ivan Kramskoj, come Perov uno degli "ambulanti" (peredvižniki), amico sia di Tolstoj che di Dostoevskij, ed è citata nel saggio di Claudia Olivieri Dostoevskij: l'occhio e il segno.
«Nella
tela sono evidenziati tutti i lati forti dell'artista […],
guardandolo non sai cosa maggiormente ti stupisca; il più grande
pregio resta comunque l'aver reso il carisma e dell'uomo e del grande
romanziere». (2)
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(1) Vospominanija A. G. Dostoevskaja, cit. in Leonid P. Grossman, Dostoevskij, p. 561, Samonà e Savelli, 1968.
(2) Ivan N. Kramskoj, "O portrete F. M. Dostoevskogo", cit. in Claudia Olivieri, Dostoevskij: l'occhio e il segno, Rubbettino, 2003.
Post interessante...conoscevo questo quadro e la nota che riporti, tratta dalle memorie di Anna Dostoevskaja, è utile per capire la genesi di quest'opera. Chissà perché nell'edizione italiana delle memorie sopracitate mancano dei passi: magari, prima o poi pubblicheranno un'edizione completa.
RispondiEliminaCiao