Nella mia esperienza di
appassionato di musica mi è capitato poche volte che un titolo e
una cover riescano a rendere una sintesi esauriente di un
disco: questo succede in maniera perfetta nel disco/EP di Luigi Russo
Into the game, dato alle stampe dopo una lunga gestazione. La
copertina mostra in primo piano un dado da poker, l'ultimo di una
serie, sopra una carta topografica: capire a quale gioco alluda il
titolo non è difficile, perché le canzoni di Into the game
sono canzoni d'amore e disamore, narrano di rapporti sentimentali
tratteggiati da varie sfumature che compongono chiaramente la
metafora del “gioco” e dell' “intrico” di sentimenti.
“Whatever game you
play,
you can loose, win,
equalize,
you bring all yourself
into the game
but if you can't play
the game
regrets remain with you
inside
In love a draw is never
a good result”
L'amore e la vita sono
un gioco al quale, a pena di rimpianti, non possiamo sfuggire. Un
gioco nel quale non possiamo che mettere tutti noi stessi e che vede
vincitori e vinti, e quindi felicità e infelicità, gioia e
sofferenza, perché nei rapporti sentimentali “un pareggio non è
mai un buon risultato”. Con il punto focale in questo bellissimo
pezzo, a mio parere il più compiuto, la metafora si dipana
attraverso le altre cinque canzoni dell'album: Mid summer's dream
(il titolo omaggia la commedia shakesperiana) rievoca con accenti
incantati l'incontro di due innamorati; Deep inside my soul
racconta le immagini appassionate di una storia d'amore; l'atmosfera
rarefatta di Heaven narra delle emozioni di un breve incontro
amoroso; Far away è una dichiarazione di fiducia e di fede
nell'amore; 6/5/1995 rievoca la fine di una storia e i
rimpianti per quello che poteva essere, e non è stato.
In tutte le canzoni
l'innamoramento (e quindi l'amore) sono visti come un miracolo, uno
stato di grazia che allieta l'esistenza delle persone: un dio che
tutto dà, ma che tutto può togliere. Allo stesso modo la donna,
interlocutrice dell'io poetico in ognuna delle sei canzoni, è
apportatrice di felicità, ma da essa può derivare anche dolore. In
Mid summer's dream i due
innamorati sono “in a magic place […] everything spoke of life,
thousands of stars in the sky”; ma nelle ultime strofe, narrate al
passato, “the spring was at the door”, resta solo nell'aria
qualcosa di quella notte d'estate passata con una ragazza “that I
lost my mind for”. In Into the game il
sentimento è descritto con toni poetici e possenti (“I'm like the
sand and you a big wave/ That broke into me so hard like a ten ton
truck and then it'll escape”), ma quello stesso sentimento mostra
tutto il suo lato oscuro e drammatico in 6/5/1995:
“Where is your hearth […] What's happened? Where are you, why
aren't you with me? […] The rain cold wet me and the storm destroy
my dreams”. E tutta la disperazione di queste parole si sfoga nel
portentoso assolo di chitarra di Fabrizio Licciardello, il cui
notevole lavoro alla chitarre dà al disco un sound
decisamente rock oriented
(con l'eccezione delle complesse atmosfere barocche di Heaven,
in cui si apprezza uno splendido arrangiamento acustico).
Anche
gli arrangiamenti degli altri brani sono di Licciardello, all'opera
su ballad come la
title track e Deep
inside my soul, pezzi up-tempo
come Mid summer's dream e
6/5/1995 (che aprono e
chiudono il disco), o eterei bozzetti acustici come Heaven;
brani diversi tra loro anche
per i diversi stili, frutto degli ascolti variegati di Luigi e dei
musicisti che hanno collaborato con lui. Ma gli arrangiamenti e la
maestria alle chitarre di Fabrizio Licciardello sono al servizio di
melodie toccate dalla grazia e dalla appassionata vena compositiva di
Luigi Russo, che tira fuori dal suo personale songbook
sei pezzi molto maturi, interpretati con il pathos di chi ha vissuto
quelle emozioni e le ha fatte sue, fino a farle diventare voce,
musica e parole. Parole e musica mirabilmente fuse in canzoni che
conquistano senza sforzo l'orecchio dell'ascoltatore, con
naturalezza, perché beneficiano di una innegabile bellezza melodica
e parlano con sincerità di sentimenti universali.
Altri
ottimi artisti hanno contribuito alla realizzazione dell'album: Harry
Found fa uno splendido lavoro alla batteria, trascinando molti brani
con le sue ritmiche; Antonio Torresi dello Sharklair Studio alle tastiere (molto bello
l'intro di piano di
Into the game), Otis
Mazzaglia e Giuseppe Puglisi al basso, Gianni Valastro (il flauto
vellutato di Heaven).
Backing vocals di
Bruna La Rosa, artista a tutto tondo che, oltre ad arricchire e
completare con gli inserti della sua voce Far away
e Heaven, realizza la
bellissima copertina dell'album.
Tracklist: Mid
summer's dream / Deep inside my soul / Into the game / Heaven / Far
away / 6/5/1995
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