Le foto del booklet di Automatic for the people |
Molti ricordi della mia adolescenza sono legati a questa band, uno in particolare alla canzone Imitation of Life e all'album Reveal, che è il primo album che ho atteso da fan, da fan vero: il mio primo incontro con il gruppo fu a fine anni '90 con l'album Automatic for the people, uno degli splendidi capolavori del gruppo, prestatomi da un'amica che non ho mai ringraziato abbastanza. Conservo ancora la cassetta sul quale lo avevo copiato...
quella voce, le foto del booklet (che poi ho scoperto essere di Anton Corbijn, il fotografo delle rockstar - vedere le foto del booklet di The Joshua tree), quei testi incomprensibili ma estremamente evocativi... Da quel momento ho cercato e collezionato ogni singola nota del gruppo, album singoli ed edizioni speciali, compresa la colonna sonora del film Man on the Moon (che contiene la splendida The great beyond, uscita anche come singolo). Ho scoperto con sgomento che, nel 1995, i nostri avevano suonato a Catania, a due passi da casa mia, e che ad aprire il loro concerto era stato un gruppo ai tempi sconosciuto chiamato Radiohead (!). E che allora in Italia erano abbastanza sconosciuti pure i R.E.M., tranne che a Francesco Virlinzi, compianto discografico catanese, scopritore di gente come Carmen Consoli e Mario Venuti, che li aveva seguiti in tour in America (di cui resta testimonianza in un bellissimo libro di foto). Qualche anno dopo Virlinzi si impegnò per avere a Catania una tappa del Monster tour. Per Aprile del 2001 era prevista l'uscita di Reveal, preceduta dal lancio del singolo, Imitation of Life. Che ricordi, e che emozione... quando la trasmettevano avevo i brividi. Nelle radio di tutte le automobili di ogni amico cercavo questa canzone, e quando la beccavo costringevo tutti ad un religioso silenzio per sentirla. Come suonava strana, che suoni, sapeva quasi di esotico. I miei R.E.M. non avevano mai "suonato" così. "C'mon, c'mon, no one can see you cry"... chi non ha dimenticato di essere stato adolescente può capire cosa possono voler dire quelle parole all'anima inquieta di un ragazzo. Approfitto dell'occasione per postare il bellissimo (e geniale) video della canzone, diretto da Garth Jennings, le cui riprese sono durate 20 secondi, ma che è montato portando la pellicola avanti e indietro, stringendo e allargando su determinati punti, ottenendo un risultato a mio parere accattivante.
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