sabato 21 ottobre 2017

Non posso distogliere gli occhi da te



Questa canzone (a questo link il testo originale) è tratta dall'album ZOOM ZOOM ZOOM (2005) degli Akvarium, uno dei gruppi storici nati in piena Unione Sovietica e ancora in attività, tranne una piccola parentesi tra il 1990 e il 1993. Cantante, leader e autore di tutti i testi è Boris Grebenščikov, artista poliedrico, cantautore, scrittore, attore, produttore di artisti del calibro di Viktor Tsoj e i Kino e padre, assieme a Andrej Makarevič dei Mašina Vremeni, del rock “made in USSR”. Borja, o “BG” (come chiamato affettuosamente dai suoi fan), ha attraversato, a partire dalla fine degli anni Sessanta, le vicende dell'Unione Sovietica, è stato ammiratore e propagatore della musica anglofona negli anni Sessanta, cantante dissidente nei Settanta e Ottanta (gli anni di Brežnev), star dalle masse all'epoca della perestrojka, sperimentatore eclettico negli anni Novanta, autore di culto e guru new age fino ai nostri giorni.

La canzone è, come evidente nell'ultima strofa, una canzone d'amore, resa più oscura dai tormenti esistenziali di Grebenščikov:


Sono nato questa mattina
Ancora fino alla prima luce dell'aurora
Silenzio fuori di me,
silenzio dentro
Saluto le stelle che si spengono
Saluto la luce della luna
ma dentro di me c'è un suono non udibile
che si solleva dal profondo

Sono nato al nord
perché più a lungo restassi sano, integro
Non ho amici
perché nessuno possa sconvolgere il bersaglio
Il mare si è aperto davanti a me
Non avendo sopportato la calura della fiamma
E dentro di me ogni controllo è sballato
ai primi bagliori del giorno

Io non posso distogliere gli occhi da te

Sono nato con la memoria cancellata
la mia patria è da qualche parte lontano
Mi ricordo come ho imparato a camminare
per non sfiorare troppo la terra;
Me ne andai nel deserto
dove ogni pietra ricorda la tua orma
Ma io non potrei lasciarti andare
Come non potrei non vedere l'alba

Io non posso distogliere gli occhi da te




La contemplazione dell'amata è, per il cantautore, vista come l'arrivo del mattino, e l'arrivo del mattino è come una nascita, una rinascita alla vita. Prima è «silenzio fuori e dentro di me», ma poi l'amata risveglia «un suono non udibile / che si solleva dal profondo». E dunque «dentro di me ogni controllo è sballato / alla prima luce del mattino». Con una metafora molto concreta, ma difficile da rendere in italiano, nel testo russo i «controlli» che «sballano» sono proprio le lancette che indicano, nelle macchine, un valore, come la velocità, un livello da tenere sotto controllo. L'amore dunque sconvolge ogni piano dell'esistenza esattamente come un magnete che disorienta la bussola. 

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